Sul Monte delle Erbe

Dettagli del percorso

Percorso: Rifugio Novezzina (1232 m), Costa Matta (1347 m), Cima Paloni (1582 m), Punta delle Redutte (1610 m), Cavallo di Novezza (1433 m), Rifugio Novezzina (1232 m).

Dislivello: 800 metri circa tra salite e discese.

Tempo di percorrenza: 4-5 ore circa.

Difficoltà: l’itinerario presenta alcuni tratti di forte pendenza nel salire a Cima Paloni o nella variante per salire a Punta Redutte, così nell’orientamento per raggiungere il crinale verso il Cerbiolo. L’itinerario può essere percorso anche in senso inverso.

Periodo consigliato: da metà giugno a novembre, salvo tardivo o precoce innevamento nella parte più alta. Il percorso può essere fatto anche con neve tramite ciaspole o ghette.

Ambientazione: gran parte del percorso di svolge nel bosco su di un sentiero segnato che seguendo il crinale della Costa Matta, sale su Cima Paloni e raggiunge Punta delle Redutte. Da qui si scende al Cavallo di Novezza e per strada asfaltata si ritorna a Novezzina.

Equipaggiamento: scarpe da trekking e zaino con scorta d’acqua.

Dal Rifugio Novezzina (1232m) si prende il percorso didattico che sale con alcuni tornanti a nord-est del rifugio ed entra nella faggeta dirigendosi poi verso il rifugio Cedron. Proprio in corrispondenza della ricostruzione di una carbonaia, si stacca a sud-est un sentierino segnato in rosso che taglia diagonalmente la faggeta e si innalza con alcune serpentine nel bosco fino a raggiungere i prati della Costa Matta (1347 m) sul crinale del Monte delle Erbe che si abbassa verso Gambone.

Si procede a nord lungo il crinale seguendo il sentierino che entra ed esce dal bosco e tenendo sulla destra la pineta di rimboschimento e sulla sinistra la bella faggeta originaria. Interessanti sono alcuni tronchi contorti di larici ed abeti con possibilità di osservare cince e crociere. Dopo alcune centinaia di metri, a quota 1400, il sentiero raggiunge la strada forestale proveniente da Novezza.
Seguendo i tornanti di questa verso nord-est ci si innalza fino a quando la strada prosegue sul versante orientale all’interno della pineta. Da qui parte la variante sul versante orientale del Monte delle Erbe che descriveremo sotto.

Puntando ora verso Cima Paloni, si supera in diagonale il valloncello erboso a sud di essa, puntando ad una insellatura tra le rocce a nord e guadagnando con un po’ di fatica la vecchia pista da sci. In un ambiente che alterna il pascolo al bosco e alla pietraia, si sale ora ad est fino a raggiungere Cima Paloni (1582 m).

Ora sempre a nord lungo la cresta il percorso si svolge in leggeri saliscendi. Per tracce di sentiero si segue l’orlo del salto roccioso che dà sopra alla Val d’Adige, oppure la vecchia pista da sci subito sotto.
Quando questa comincia a scendere ad ovest si raggiunge quota 1594 e si entra nel bosco in direzione nord verso Punta delle Redutte (1610 m). Il tracciato è spesso all’interno delle trincee della Grande Guerra, in un continuo saliscendi. Tra Cima Paloni e Punta delle Redutte interessanti sono le vedute che si aprono sulla val d’Adige ed una galleria scavata nella roccia con due entrate, lunga una cinquantina di metri, che si può percorrere facendo attenzione. Poco prima di Punta delle Redutte si incontra il primo dei cippi di confine il n. 58 con la data 1754 scolpita, che dividevano la Repubblica Veneta dall’Impero Asburgico.

Dal crinale si scende ora nel prato ad ovest con bellissime vedute sulla dorsale baldense proprio di fronte. La zona si può raggiungere in inverno da Novezza con le ciaspole o a piedi (ma con adeguata attrezzatura).
Il sentiero si abbassa in diagonale verso sud-ovest ed entra nel bosco misto di abeti, larici e pini, raggiungendo una stada forestale che taglia in diagonale i rimboschimenti e le trincee del Monte delle Erbe.

Da Osservare i notevoli tagli operati nella pineta dalla Forestale per far fronte alla caduta di decine di piante dovuta a dei fortunali e a delle nevicate tardive capitate nell’ultimo decennio. Il bosco si sta ricostituendo con essenze autoctone come faggi, aceri, frassini.

La strada si abbassa con alcuni tornanti e fiancheggia la pista da sci, uscendo dal bosco in una zona con molte doline. Qui volgendo ad ovest si possono visitare tratti di trincea e una interessante postazione di cucine da campo i cui fornelli sono stati ricavati nella roccia. Seguendo una trincea giungiamo a Cavallo di Novezza (1433 m). Da qui lungo la strada o per prati si scende a sud verso il rifugio Cedron dove si prende il sentiero che parte sotto la recinzione dei daini e che riporta facilmente al rifugio Novezzina (1232 m).

Punta delle Redutte

Per arrivare a Punta delle Redutte, il tracciato è spesso all’interno delle trincee della Grande Guerra, in un continuo saliscendi. Tra Cima Paloni e Punta delle Redutte interessanti sono le vedute che si aprono sulla val d’Adige ed una galleria scavata nella roccia con due entrate, lunga una cinquantina di metri, che si può percorrere facendo attenzione. Poco prima di Punta delle Redutte si incontra il primo dei cippi di confine il n. 58 con la data 1754 scolpita, che dividevano la Repubblica Veneta dall’Impero Asburgico.

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Variante sul versante orientale del Monte delle Erbe

Invece di salire su Cima Paloni, a quota 1480 m, continuiamo a percorrere ad est la strada forestale che entra nella pineta sul versante meridionale dei Paloni con belle vedute sulla val d’Adige e sui rilievi del Castelcucco-Gambone, nelle frequenti radure dovute a tagli di alberi per il rinnovo forestale.
Quando termina la strada si prende l’unico sentiero a sinistra, sempre nel bosco che volge in direzione nord e taglia in diagonale intorno ai 1500 metri di quota tutto il versante orientale del Monte delle Erbe.
Il percorso è molto suggestivo, ma non è segnato e dopo un primo tratto di pascolo si svolge nel bosco di conifere, interrotto spesso da alberi caduti che bisogna superare. Il tracciato è comunque pianeggiante ed evidente e consente qualche bella veduta sul Monte e sui pascoli del Cerbiolo. Per raggiungere il crinale che da Punta Redutte scende al Passo Cerbiolo, il sentiero che stiamo percorrendo entra in pascoli e radure sotto le roccette (a volte con presenza di camosci). Mantenendo la quota intorno ai 1500 m, facciamo attenzione alla traccia di sentiero che poco evidente, raggiunge una selletta dove incontreremo la linea dei cippi di confine del 1754. Dopo una sosta, ammirando il panorama, viene la parte più faticosa del percorso in quanto bisogna risalire il crinale ad ovest verso la soprastante Punta delle Redutte. Si seguono le tracce e si superano trincee e mughi fino a raggiungere finalmente Punta delle Redutte (1610 m), dove ci si raccorda al percorso principale.

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